APPASSIONARSI ALL'ALAN PARSONS PROJECT

Nel 1973 raggiunge il suo primo picco di notorietà nell’ambiente delle produzioni musicali inglesi un Tecnico del Suono 25enne di nome Alan Parsons. Il motivo è l’aver ingegnerizzato la grandopera dei Pink Floyd “The Dark Side Of The Moon”.
Prima di allora, Alan era stato Co-Tecnico del suono per “Atom Heart Mother” nonchè uno dei Tecnici delle registrazioni dei due album di Syd Barrett.
Successivamente i Pink Floyd offrono ad Alan l’onore di ingegnerizzar loro l’album successivo, sempre però con la misera paga di un Tecnico qualunque. Alan ad ogni modo rifiuta, consigliato dal suo neo manager Eric Woolfson, trentenne scozzese.
Alan di recente, comunque, era divenuto anche stimato produttore di esordienti e non, quindi non è uno sprovveduto; l’associazione in affari appare utile ad entrambi.
Eric, autore di canzoni per conto d’altri, ha un PROGETTO in mente: editare un Concept Album di Alternative Progressive Rock su Edgar Allan Poe con l’aiuto della bravura e del ‘nome’ di Alan. Alan non aveva mai scritto brani musicali, ma condividendo il PROGETTO fifty-fifty si cimenta in accorgimenti strumentali dei brani di Eric, finendo poi con il comporre strumentali tutte sue. Completano il cerchio i migliori strumentisti (e il miglior arrangiatore/autore - Andrew Powell) che i 2 hanno conosciuto negli ultimi anni, e nasce così, dopo 2 anni di duro lavoro, il primo album del 1976. Non è mai stato del tutto chiaro come mai il nome del gruppo contenga solo il nome di Alan.
L’album ha un discreto successo, i due cambiano etichetta discografica e firmano un contratto a lungo termine. L’idea sarebbe quella di dare subito un seguito all’album su Poe, ma la nuova etichetta non vuole un Capitolo 2 di qualcosa di cui non ha il Capitolo 1 nel proprio catalogo. Così, i 2 ri-progettano…
L’Alan Parsons Project può essere definito AOR (Adult Oriented Rock) o meglio Classic Rock. L’idea degli album è quella del Concept: un tema o un racconto suddiviso in più brani logicamente consequenziali. Dunque per apprezzare i Concept bisogna essere interessati (o ‘influenzati’) dai temi trattati, e nel caso dell’APProject i temi sono tanti e potenti: il sovrannaturale, i Robot, gli antichi Egizi, l’azzardo…

Quanto detto sopra è conoscenza che un Projectofilo assimila solo a passione già in stato avanzato. Dunque ricominciamo da capo… dal ‘colpo di fulmine’ musicale.

Il Project è profondamente diverso da qualsiasi altra realtà musicale che possiate trovare. L’unico paragone accettabile è forse quello con i Pink Floyd, anch’essi appartenenti al Prog e anch’essi però diversi dagli altri artisti del filone Prog… ma anche con i Pink Floyd ci sono veramente troppe differenze.
Eccettuati casi sporadici, limitati comunque a 2 album su 10, i brani sono sempre a firma Woolfson/Parsons (da considerare come novelli Lennon/McCartney). I brani cantati nascono sempre da slanci compositivi di Eric Woolfson, con aggiunte e cambiamenti di Alan Parsons, mentre per quelli strumentali è il contrario, e ci sono quasi sempre almeno un paio di strumentali per album, realizzate con cura e passione. Ecco perché, comunque sia, quello di Alan non è affatto solo un nome feticcio. Alan è responsabile della riuscita dei brani di Eric e non tanto viceversa.

Ho parlato di DIFFERENZE… Eccole, in soldoni: 1) la versione editata di ciascun brano è frutto di uno studio approfonditissimo … non per niente ci sono in ballo un bravissimo arrangiatore e il più grande Tecnico del Suono del mondo. 2) nel gruppo -base- di strumentisti e anche nei -temporanei- troviamo esecutori altrettanto impeccabili. 3) le canzoni vengono cantate da un largo numero di vocalist a rotazione (Eric incluso) tra i più bravi e incompresi disponibili. Questa idea geniale di Alan è stata arricchente sia per i cantanti sia per il Project. 4) i testi dei brani sono costruiti in modo da essere palesemente leggibili su più piani di lettura (non del tutto dichiarati), stimolando così il lato enigmista degli ascoltatori. 5) il genere musicale è parente del ProgRock, ma spazia incredibilmente (anche perché gli album dell’APP sono stati fatti nell’arco di 11 anni), toccando l’elettronica, un pizzico di funky, musica classica retrò, frammenti di ambient, ecc…ecc… 6) i brani sono quasi sempre impreziositi da complessi cori altisonanti, maschili e femminili. 7) l’atmosfera è sempre colma di emozione, sia musicalmente che come lyrics, nonostante l’accurato studio ‘a freddo’ del bilanciamento di ogni elemento dei brani.

Inoltre c’è una sorta di valore aggiunto e cioè la leggenda secondo la quale tutti gli album dell’Alan Parsons Project (tranne forse proprio il primo su Poe) sarebbero legati da un Concept Unitario sconosciuto. Se così fosse, si tratterebbe del più imponente progetto musicale che sia mai stato affrontato… un mega-concept composto da una decina di sotto-concept. Qui gli enigmisti vanno in brodo !
L’indizio più clamoroso è probabilmente quello anagrammabile nell’artwork interno della versione in vinile dell’album Ammonia Avenue del 1984.

Musica molto emozionale, stilisticamente inusuale e quasi magica dal punto di vista della collocazione spaziale, dei volumi e della scelta di ogni singolo fantasioso suono… e nel caso dei brani cantati anche i testi si mostrano speciali.
Questo è il Colpo di Fulmine dell’ascoltatore occasionale con propensione a diventare fan dell’Alan Parsons Project !

Il Fantastico, L’Umanesimo, L’Introspezione … gli ingredienti magici ci sono tutti ! Gli album dei 70 suonano un po’ diversi da quelli degli 80 ma sono tutti affascinanti.

Bisogna però essere aperti di cuore, perché altrimenti si tenderà a confonderli con un prodotto musicale che semplicemente non è né di un genere definito né di un altro. Il Project è molto più di questo. Ma, ripeto, bisogna essere aperti di cuore.

Il Project ha ricevuto molti riconoscimenti ufficiali, quali Dischi d’Oro e di Platino e numerose nominations ai Grammy, ma tuttavia non si è mai imposto all’attenzione mondiale come altri gruppi quali gli stessi Floyd. Il motivo ? Forse una DIFFERENZA che non ho menzionato prima: dal 1976 fino allo scioglimento nel 1990 l’Alan Parsons Project non ha MAI fatto concerti ! Perché ? Mistero…


© ALESSANDRO COSPITE 2006

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