BRAINSTORM EXHIBITION
(INAUGURAZIONE)
MILANO 2006
Giovedì 9 Novembre 2006, il giorno dell’inaugurazione della prima mostra italiana di Storm Thorgerson: "BrainStorm".
Negli ultimi anni le stampe in dimensione Maxi e su carta ’Fine Art’ delle opere di Mr Thorgerson stanno facendo il giro del mondo, per la gioia degli occhi dei suoi estimatori.
La sede di questa exhibition italiana esclusiva è la Galleria ArteUtopia di Milano.
Il giorno dell’inaugurazione è di fatto il giorno prima dell‘inizio ufficiale segnalato nelle pubblicità della mostra, ma questa informazione non è stata un segreto per nessuno.
La peculiarità del giorno dell’inaugurazione è la presenza dello stesso Storm Thorgerson e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori.
Grazie alla sempre caotica e iper-trafficata Milano, senza la quale in fondo Milano non sarebbe Milano, l’arrivo a destinazione mi è possibile giusto un paio di minuti prima che apra la serranda.
C’è già una folla più che discreta che attende. Molti, ovviamente, sono fan dei Pink Floyd.
È infatti grazie ai lavori realizzati per i Pink Floyd che Storm Thorgerson con la società Hipgnosis ha ottenuto fama e gloria, per mezzo di copertine rock famosissime come quella del prisma di The Dark Side Of The Moon.
Ma Thorgerson non vuol dire solamente Pink Floyd, e queste mostre vogliono (di)mostrare sfaccettature dell’intera carriera di questo magnifico surrealista … surrealista non tanto per mezzo di elementi di fantasia, ma per mezzo di elementi della realtà mescolati e decontestualizzati. Ed è così che una mucca che ci fissa al centro di un semplicissimo quadrato di pascolo verde riesce a darci un senso di smarrimento se collegata ad un album di (quasi)Progressive Rock il cui titolo è "Madre dal Cuore Atomico".
Si apre. È la seconda volta a dire il vero che vado a vedere una mostra di Storm Thorgerson. La prima è stata alla John Martin’s Gallery di Chelsea, Londra, ma quella volta si trattava di uno degli ultimi giorni della mostra, e una buona parte delle opere (trattandosi di stampe di alta qualità e non di originali pezzi unici) era stata venduta ed era quindi assente dalle pareti. Ma soprattutto non c’era Storm in persona !
Lo troviamo subito a dare un doveroso benvenuto ai presenti, assieme al signor Luigi, direttore della Gallieria.
Attendo che Storm non sia occupato con qualcuno e, assieme ad una stretta di mano, gli chiedo gentilmente una foto. Scattata la foto, in cui Storm ha posato in maniera estrosa e simpaticissima, posso finalmente godermi la mostra.
Ho già provato un piccolo brivido per questo breve momento, ma sono decisamente emozionato per quando, più tardi, tornerò da lui per uno scambio più approfondito.
A corredo della significante mostra c’è un più prosaico banco del merchandise e un più prosaico buffet … ma per prosaici che siano ne attingiamo tutti con piacere ^_^ ! Sarà l’ora, o sarà che la bellezza fa venire appetito …
Per prima cosa do un’occhiata generale a tutte le pareti, per non rischiare di scoprirne qualcuna all’ultimo momento e di doverne fare la visione approfondita di tutta fretta. L’unica cosa che constato tristemente è che, a dispetto di quanto scritto sulle locandine, non è esposta alcuna opera realizzata per Alan Parsons. L’unica presenza Parsonsiana è riscontrabile in uno dei pacchetti di cartoline da collezione in vendita, nella forma della copertina dell’album The Time Machine. Pazienza, verrà il tempo anche di un'esposizione di quel repertorio, mi dico tra me e me.
Altre promesse annunciate e non mantenute sono Phish e Offspring, ma la ‘composizione’ deve essere stata difficile.
Più avanti apprendiamo (anche se potevamo immaginarlo) che è Storm a decidere sempre tutto: quali opere, quali vicinanze/distanze devono esserci nell‘esposizione, e cosa deve esserci scritto a fianco delle opere, con particolare attenzione ai copyright … tutto questo tenuto conto che ogni mostra realizzata è differente da tutte le precedenti.
Questa volta sono presenti copertine realizzate per Anthrax (una sfera composta di rottami; una delle opere che incuriosisce di più i visitatori per la sua perfetta fattura), Audioslave, Catherine Wheel, Cranberries, Deepest Blue, Ian Dury, Gentlemen Without Weapons, Ellis Beggs & Howard, Healing Sixes, Black Sabbath (una coppia di robot su due rampe di scale mobili che si ‘scambiano’ qualche informazione; un’opera che -non so perché- mi colpisce più di molte altre), Led Zeppelin, Mars Volta, Onion Ladies, Scorpions (uno splendido occhio nell’acqua creato da una posa plastica e dal suo riflesso, in classico stile Thorgersoniano) Pink Floyd (ovviamente), Richard Wright solista, e Muse.
Di questi ultimi sono diventato molto fan da qualche tempo (e sono sicuro di essere in buona compagnia in questo) e quindi visiono le 2 opere esposte dei Muse con particolare gusto. Come collaboratore per le copertine dei Muse (e per altre di creazione recente) so esserci stato un artista più giovane di Storm di nome Dan Abbott; presente in Galleria, appena lo individuo gli chiedo una foto e mi viene concessa con piacere. Dan dice anche che, per via della pettinatura, potrebbero anche scambiarci per fratelli ! A voi il giudizio nella pagina delle foto della mostra.
Come già notato alla mostra di Londra, la cosa più bella è poter osservare con attenzione i tanti e preziosi particolari grazie agli ingrandimenti proposti. Certe opere più di altre acquisiscono una dimensione ulteriore grazie a questo.
Io vado particolarmente pazzo per la copertina (e per l’album in sé, ovviamente) di Wish You Were Here.
La cura per il dettaglio è una delle forze di Storm, unitamente ai frequenti omaggi allo stile di Renè Magritte.
Alcune opere soprattutto meritano una visione prolungata in piena rilassatezza; a questo scopo alcune stampe (a prezzo decisamente più abbordabile di quello delle copie esposte) sono acquistabili al banco … sfortunatamente non tutte … anche se fanno la loro comparsa opere non esposte, quali alcune bellissime copertine di album di Peter Gabriel.
Alla fine decido di acquistare esclusivamente la locandina autografata da Storm, oltre a procurarmi il catalogo della mostra, ma, fortunatamente per Storm e per gli stessi acquirenti, molti decidono di tornare a casa con le mani decisamente più piene.
Ad ogni modo, nelle librerie italiane, libri di opere di Storm si trovano facilmente.
In caso di astinenza il modo di rivivere quelle emozioni c’è, almeno in parte. Però una mostra di Storm è meglio non perdersela, se è possibile. Questa di Milano e quella di Londra erano anche gratuite.
Dopo avere appagato sufficientemente i miei occhi, almeno per il momento, decido di tornare dal grande autore, il quale nel frattempo si è accomodato al cospetto di un tavolo dove poter rilasciare autografi.
Storm, va ricordato, ha avuto un cospicuo problema di salute nel 2003, ma da allora ha fatto tutti i progressi del caso; l’unica conseguenza persistita è l’uso -comunque moderato- di un bastone da passeggio, e la necessità di accomodarsi di tanto in tanto per non affaticarsi eccessivamente. Comunque Storm è uno che non ci tiene a essere considerato indebolito, e oltretutto la degenza non ha smussato (altrochè) un suo forte caratterino di natura.
Ne abbiamo tutti avuta una piccola dimostrazione verso la fine della giornata …
Una delle peculiarità di Storm Thorgerson è che si dice accetti di creare le copertine esclusivamente di album dei quali abbia apprezzato l‘ascolto. Niente marchette quindi, ma solo lavori in cui aggiungere altro cuore e cervello.
Posso tranquillamente confermare che Storm possiede degli ottimi gusti.
Non per niente, sono particolarmente felice all’idea di avere un piccolo scambio di idee con lui.
Le sue opere sembrano essere la costante più ricorrente dei miei personalissimi gusti in fatto di musica.
Storm infatti ha realizzato copertine per i Pink Floyd, per l’Alan Parsons Project, per Alan Parsons solista, per i Muse …
Praticamente è l’Art Director onorario del mio sito … ma ancor prima è l’Art Director onorario della mia collezione.
Attendendo nuovamente il mio turno, torno finalmente a farmi avanti.
La mia dialettica è incrinata dalla solita vecchia emozione, ma senza demordere snocciolo i concetti uno a uno.
Per prima cosa gli comunico la mia felicità nell’essere alla mostra e soprattutto quella di conoscerlo di persona.
In secondo luogo gli esprimo la mia ammirazione per la sua rara immaginazione e bravura.
Effettuati i dovuti preliminari mi azzardo a porgergli il libretto del CD di Wish You Were Here (che avevo portato con me) per un eventuale autografo. E qui succede una cosa interessante. Storm si volta verso la sua destra, dove si trova in piedi una sua conoscente. Convinto che il mio inglese fosse ‘a frasi pre-memorizzate’ chiede alla sua amica di tradurmi gentilmente qualcosa:
"Potresti dire a questo ragazzo che mi sono imposto di non rilasciare autografi su materiale che non sia stato acquistato al banco del merchandise di queste mostre ?".
A questo punto però sono io a spiazzare gentilmente Storm: "Non è necessario che la signora traduca in Italiano.
Ho capito ogni parola. E comprendo perfettamente la scelta adottata. D’altronde già la mostra è gratuita."
Storm non si aspettava la mia risposta. Chiarito l’equivoco proseguo in quello che mi ero prefissato di dire.
"Ci tenevo a dirti che praticamente tutti i miei artisti musicali preferiti sono artisti per i quali tu hai scelto di lavorare. Adoro i Pink Floyd (e qui non ho trattenuto un "ovviamente"), adoro l’Alan Parsons Project, adoro i Muse, e adoro anche i 10cc …"
E qui lo sguardo di Storm si illumina nuovamente.
Già … perché i 10cc sono un fantastico gruppo inglese degli anni 70 (e da lì in avanti) apprezzatissimo dalla critica e da un selezionato pubblico, ma che a parte le 2 hit "I’m Not In Love" e "Dreadlock Holiday" sono tendenzialmente sconosciuti, soprattutto a un pubblico della mia età, e soprattutto in Italia.
E le copertine (nonchè le illustrazioni interne delle edizioni in vinile) realizzate da Storm per loro sono eccellenti.
L’artwork interno del disco How Dare You ricorda anche alcune prospettive di Wish You Were Here.
Oltretutto, a differenza di Alan Parsons, i 10cc oltre ad essere assenti dalla mostra sono assenti anche tra i nomi delle locandine pubblicitarie. Non tenevo a fare una presentazione ad effetto, ma immaginavo che si sarebbe stupito.
Finalmente Storm non vede più in me il ragazzo qualunque. Ad ogni buon conto, gli ho rubato fin troppo tempo.
Concludo dicendo: "Ti volevo ringraziare per tutti gli anni che hai dedicato alla tua strepitosa carriera !".
Storm sorride e risponde ironico: "Eh, sono quasi troppi, praticamente 40 anni !!"
A questo punto Storm mi chiede: "Non hai comprato proprio niente che io ti possa autografare ?"
e io rispondo: "Ho comprato una delle locandine." e Storm: "Ma quelle le ho autografate oggi pomeriggio."
Indichiamo entrambi l’autografo e sorridendo ci diciamo che con l’autografo allora siamo a posto !
Ci stringiamo la mano, e per fortuna nessuno di noi reca fuoco sulla propria schiena … capito il riferimento !? ;-)
Lo ringrazio nuovamente per avermi ascoltato e lo saluto, ripromettendomi di risalutarlo per la terza e ultima volta alla chiusura della Galleria.
Sto per tornare a visionare la mostra quand’ecco che mio padre, che mi ha accompagnato alla mostra con particolare piacere in quanto anche lui è un apprezzatore delle opere di Storm Thorgerson, mi fa cenno di raggiungerlo.
Mentre io ero impegnato con Storm, papà ha conosciuto un paio di giornalisti che hanno dichiarato l’intenzione di pubblicare presto un libro sui Pink Floyd e ha parlato anche con il direttore della mostra, il signor Luigi.
Insomma, ho anch’io chi mi cura le Public Relations ^_^
La gente non staccherebbe mai gli occhi di dosso dai lavori di Storm, e infatti l’orario di chiusura subisce una dilatazione forzata.
La sala è pienissima fino all’ultimo paio di minuti. È un successo !
Era abbastanza probabile, ma fa sempre piacere quando a fare un pienone così non è necessariamente un concerto rock !
Gli unici difetti della folla sono il non poter entrare in troppa contemplazione con le opere e il forte brusio.
Quest ultimo, per sua natura, tende ad aumentare esponenzialmente, in quanto più non ci si sente più si alza la voce.
Il momento degli ultimi scambi di opinione è sempre il più rumoroso.
È in questo frangente che sono, nuovamente, vicino a dove è seduto Storm. E chiacchero con qualcuno.
Storm sta anche lui chiaccherando con qualche amico/a, e anche lui e i suoi interlocutori fanno fatica a capirsi.
Senza preavviso, Storm afferra il suo bastone … e, tenendolo stretto per il manico, lo sbatte forte sul tavolo !
L’ovvio risultato è, infarti a parte, un immediato silenzio …
… ma, come anch’essa ovvia ulteriore conseguenza, tutti voltano lo sguardo verso il ’tempestoso’ Storm.
Storm si rende conto di avere esagerato, e di lì alla fine del minuto che seguirà ripeterà buffamente più volte "Sorry."
Nessuno comunque se ne ha troppo a male … il carattere forte di Storm è noto come è nota la sua giocosità.
La Galleria deve veramente chiudere. Non resta che informarsi dal signor Luigi per le foto che io e altri abbiamo scattato. Fortunatamente egli ci informa che non dovrebbero esserci troppi problemi.
Quando gli dico in cosa consiste il mio sito internet, lui compitamente si dice ‘onorato’ della visita mia e di tutti i curatori di simili siti. Siamo noi invece a ringraziare lui per aver favorito una mostra di Storm Thorgerson in Italia.
Per la gioia della Gallieria ArteUtopia, e ovviamente di Storm e Dan, la risposta del pubblico è stata eccellente.
Speriamo che questo spinga presto a nuove mostre di Storm in Italia !
Salutiamo il signor Luigi, Storm Thorgerson e Dan Abbott con un bell’Arrivederci.
Con locandina, catalogo e fotocamera in saccoccia, io, mio padre e Zack Pirani di Floyd Channel (al quale diamo volentieri un passaggio nella strada verso Bologna e provincia) torniamo all’automobile con ancora strani affascinanti mondi paralleli impressi nelle pupille. Sarà per quello forse che sbagliamo la strada più volte, prima di beccare quella giusta ^___^ !
Milàn’ l’è un gran Milàn’ … ma anche Storm l’è un gran Storm !
SI RINGRAZIA, oltre a Storm Thorgerson e Dan Abbott per la disponibilità,
la Galleria ArteUtopia (Via Gian Giacomo Mora 5, Milano) per la gentilissima concessione.
QUI la pagina delle Foto !
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