ÇA  IROMA
(17 Novembre 2005)

REPORTAGE di ALESSANDRO COSPITE



WE WERE MOVING AWAY FROM BOLOGNA … (PROLOGO)

17 Novembre 2005. Sono in partenza da Bologna alle ore 9:20 del mattino in coppia con mio padre (sufficientemente fan di Roger) sullo stesso treno e stessa carrozza del buon Zack di Floyd Channel. Destinazione: ROMA.
Il pensiero vola a quella tremenda mattina del 5 Settembre in cui, sempre con mio padre, mi sono recato in quel di Pescara per acquistare il biglietto dell’EVENTO in una delle pochissime rivenditorie italiane autorizzate, aspettando per 1 ORA e MEZZA che il biglietto si decidesse ad uscire dalla stampante e scoprendo in quel frangente che esistevano 5 fasce di biglietto, da 40 a 120 €, optando infine per uno da 100 €. Quella mattina ogni Watersiano ha pensato agli altri, sparsi in Italia e nel Mondo, e la stessa cosa accade quest’altra mattina del 17 Novembre.
L’Evento in questione è la Prima Rappresentazione Mondiale di "Ça ira" di Roger Waters in versione integrale (anche se non in costume), proprio in Italia, a Roma -Caput Mundi-, in una Sala intitolata a Santa Cecilia (Santa Patrona della Musica) dentro a un Auditorium il cui nome è Parco Della Musica progettato nientemeno che da Renzo Piano e noto per essere una delle strutture con la migliore acustica al mondo. Il numero dei posti è poco meno di 3000, il che significa anche un’atmosfera ‘intima’ e soprattutto la credibile speranza di avvicinare ‘Il Mito’, solitamente inavvicinabile nei Palasport accoglienti migliaia e migliaia di persone.
"Ça ira", prima (e probabilmente unica) opera lirica di Roger Waters, uscita in SuperAudioCD il 23 Settembre e trattante la Rivoluzione Francese, ha raccolto in fretta pareri diffusamente favorevoli, eccettuati principalmente i giudizi dei puristi della lirica e i giudizi dei nemici della lirica. Ad ogni modo i fan hanno acquistato il biglietto agli inizi di Settembre ‘a scatola (del SACD) chiusa’, anche per l’opportunità forse mai così alta di poter incontrare Roger da molto vicino.
Gli argomenti di conversazione tra fan sul treno per Roma sono l’opera in sé, le più recenti interviste di Roger fino a quel momento, la fortuna di avere un Evento tale poco distante da casa, gli accadimenti romani di lì a poco e il modo in cui verranno immortalati su carta e sul web a seguito della serata e della replica della sera successiva. Tanti, troppi, pensieri. Poche ore e scopriremo come Roger ha allestito l’opera rinunciando ai costumi e alle scenografie, se la Musica che abbiamo già ascoltato su SACD sarà più, meno o ugualmente potente, e ovviamente se avremo fortuna …
Arriviamo a Roma alle 13:30 circa. Resto colpito dal vedere che l’enorme stazione Termini è già tutta addobbata per Natale. Zack e la sua gentile ragazza hanno l’albergo vicino all’Auditorium e hanno un’idea abbastanza precisa di dove l’Auditorium sia situato; io e mio padre decidiamo dunque di prendere il loro stesso autobus, accompagnarli fino all’albergo e lasciarli sistemare con calma mentre senza di loro proseguiremo mappe alla mano. Il nostro programma prevede un primo rendez-vous all’ingresso dell’Auditorium, seguito da un "Bene, ci si rivede stasera !" e nel mezzo una mini-gita per le strade di Roma cercando di toccare il Colosseo e Piazza San Pietro …
... ma avevo fatto i conti senza il fato …
Intanto, tra l’attesa dell’autobus, il tempo della corsa e il temporaneo saluto a Zack si fanno le 14:15 …



TUTTE LE STRADE PORTANO A ROGER …

L’Auditorium Parco Della Musica a Roma si trova nel quartiere Flaminio, e l’ingresso è in Viale De Coubertin. A Nord Est si trova Villa Glori, il cui Viale del lato Sud, in opposizione al Viale De Coubertin, si chiama Viale Pilsudski. Viale Pilsudski è dove ci troviamo, abbastanza smarriti, alle 14:30 del pomeriggio, io e mio padre con uno zainetto con delle bottigliette d’acqua, un borsone con la giacca scura per la serata (è pur sempre la Prima di un’Opera !) e un tesserino con il logo di Floyd Channel -fornitoci da Zack- attaccato al cappotto.
Senza darci mai per vinti, così ‘bardati’ finalmente inquadriamo l’Auditorium, lo raggiungiamo e riusciamo a entrare nel complesso. Pur convinti di essere nel posto giusto non ci troviamo però all’ingresso principale ma da tutt’altra parte. In questo insieme di piccoli manti erbosi e strutture metalliche c’è un’altra anima … un addetto alla sicurezza … e ci veniamo incontro. Ore 14:45.
Dopo un dovuto "Salve", gli diciamo che stiamo (disperatamente) cercando di arrivare alla Sala Santa Cecilia. Lui ci risponde che siamo sì all’Auditorium, ma che per raggiungere l’ingresso principale da dove siamo noi ci vorrebbe un giro pazzesco; avendo pietà di noi si offre di aprire una catena con lucchetto che bloccava l’accesso ad una scala discendente … seguendo la scala arriveremo alla Sala Santa Cecilia! Dopo averlo sinceramente ringraziato, iniziamo la discesa e lo sentiamo richiudere il lucchetto.
Al termine della scala guadagnamo finalmente un’entrata nella struttura di metallo e vetro. Notiamo presto però che c’è qualcosa di strano. Dalla lettura delle indicazioni interne ci rendiamo infatti conto che ci troviamo al piano proprio della Sala … abbiamo cioè ‘evitato’ il cancello e la biglietteria, dove probabilmente si trovava ora Zack. Siamo esattamente di fronte ad una caffetteria, e la gente ovviamente ci guarda con curiosità perché siamo spuntati di fresco sul luogo.
Ci guardiamo attorno e ci addentriamo di più … sempre di più …
Arriviamo, infine, in un piccolo atrio dove alle pareti sono appoggiate custodie di strumenti e strumenti proprio. Sopra le nostre teste c’è un monitor collegato ad una telecamera che punta sopra ad un palco … con orchestra e direttore presenti …
Improvvisamente sentiamo dei passi giungere svelti … e sfrecciano poco distante da noi un terzetto di persone … tra cui mi convinco di aver visto nientemeno che la Soprano di "Ça ira" Ying Huang ! Ho un attimo di sincero smarrimento.
A ‘sbloccarci’ arriva un tecnico-tuttofare che, trovandoci lì, ci dice "Siete qui per assistere alla ‘Generale’, vero ? Da questa Parte !" … ed ecco che oltrepassiamo un altro ingresso, quello alla sinistra del palco … della Sala Santa Cecilia !
Sul palco c’è l’intera orchestra, in pausa, e il direttore d’orchestra, che sul primo momento non riconosco. La sala è piena di persone vestite casual e le luci sono molto basse; dopo una rapida occhiata confusa tutt’attorno vediamo del posto in 3a fila (!!!) a destra e ci piazziamo, spegnendo immediatamente i cellulari. Il cuore mi batte fortissimo; per un attimo ho temuto che ci avessero scambiato per orchestrali in ritardo, visto che al momento abbiamo uno zainetto, un borsone e qualcosa di molto simile a un pass attaccato al cappotto … e ovviamente ho temuto, al constatamento che orchestrali non eravamo, che potessimo essere più o meno gentilmente accompagnati fuori. Invece, siamo seduti tra il pubblico ‘di prova’.



IT’S TIME TO COME IN …

Sono oramai le 15:00. Inizio a ‘riprendermi’. Dietro all’orchestra, sulla parete in fronte al pubblico, al centro c’è uno sfondo quadrato di colore bianco, mentre ai lati lo sfondo è decisamente scuro ad eccezione di due rettangoli a base lunga e altezza corta di colore grigio. Ad un certo punto, il direttore d’orchestra si volta indietro, con lo sguardo verso la parete opposta, rialzata, della Sala e dice in Inglese: "Simon, quando vuoi ! … Adesso ? … Grazie, perfetto ! …".
Un primo brivido mi scorre lungo la schiena … Simon, mi sovviene, è il nome del Tecnico Del Suono del SACD.
Ore 15:00, più o meno. Si accendono le casse ai lati del palco. Inizio a sentire suoni di folate di vento, di abbaiare di cani e di gracchiare di corvi. Il cuore mi batte ancora forte. Un’immagine inizia a farsi strada sul quadrato bianco … un paesaggio … qualcosa di memoria circense … NON POSSO CREDERCI, non posso credere di trovarmi LÌ in QUEL momento QUASI per CASO !
A spazzare via i miei ovvi e allo stesso tempo imprevedibili pensieri giunge inesorabile dall’orchestra il primo, inconfondibile, ‘movimento’ di archi dell’OVERTURE di "Ça ira" di Roger Waters ("… zmmmmmmm … ZMM !").
Sta accadendo davvero, sto assistendo ad una prova pomeridiana dello spettacolo della sera, e mio padre (che, per la sera, non ha biglietto … mi ha solo accompagnato a Roma) sta assistendo con me GRATIS !
Viene suonata tutta la trionfale Overture, mentre nello sfondo le diapositive animate, sia disegni che foto artistiche, descrivono l’Overture, appunto, di uno spettacolo circense.
A Overture conclusa ho un nano-secondo per pensare che si sia trattato di una prova combinata di
orchestra-effetti d’ambiente-proiezioni, e che quindi sia finita lì. A smentirmi nuovamente (e piacevolmente) compare sullo schermo centrale la scritta   "ACT 1   SCENE 1   A Garden In Vienna 1765"   e l’orchestra immancabilmente prosegue.
Alla fine di ogni sezione mi dico "Ecco, adesso si fermeranno qui, ma è stato un bel colpo ugualmente", e invece la prova non si ferma mai, fino alla fine del 2°atto. Infine non ho più dubbi che sul podio c’è Rick Wentworth in persona.
Sullo schermo centrale, oltre ad alcuni schizzi di Nadine Roda-Gil, sono apparse molte foto (con effetti speciali animati tipo neve cadente) realizzate con attori-modelli che non compaiono anche come cantanti della serata, eccetto la soprano aggiunta Sarah Leonard nel ruolo della regina. Ad entrambi i lati dello schermo centrale appare la traduzione in Italiano delle lyrics, a volte un po’ abbreviata nelle iper-descrizioni Watersiane per poter stare ‘al passo’.
Pur sapendolo già, constato la mancanza del simpatico baritono del disco Bryn Terfel -sostituito da John Relyea e da Keel Watson- e la mancanza di Ismael Lo -sostituito da Isaac Brown-. Completano il quadro, oltre ai confermati Paul Groves tenore e Ying Huang soprano numero uno, Simone Sauphanor, Rosie Coad e Jamie Bower (quest’ultimo anche nel disco) nella scena iniziale del giardino Viennese (la Sauphanor -Marie Therese- comparirà anche alla morte della regina).
Giungiamo alla pausa tra il 2° e il 3° atto. Come aumentano l’intensità delle luci mi volto verso la postazione tecnica alla parete opposta al palco … il mio (e non solo mio) grande obiettivo …



US AND HIM

Ci alziamo dalla 3a fila e iniziamo a salire le scale. Avvicinandomi scopro che dietro al banco del suono c’è una stanzetta dall’accesso riservato con porta d’ingresso trasparente. Incomincio a temere che Roger se ne starà lì dentro per tutta la pausa … sono il solito scettico, ma fa bene esserlo … In realtà ho un po’ ragione, visto che ciò che ho immaginato accadrà di sera …
Intanto varie altre persone, perlopiù trentenni, si sono radunati insieme a noi. Chissà perché abbiamo avuto tutti la stessa pensata ! ^_^
E così, dopo qualche interminabile secondo di apprensione arriva LUI, ROGER !!!!! …
Se avessero fatto una foto a noi fan in quel momento avremmo tutti un’espressione da ‘visionari mistici’ !
Lo iniziamo a chiamare tutti, con un tono tra l’eccitato e l’implorativo, e finalmente si avvicina, e ci parla in inglese
… Avevo avuto modo tempo prima di assistere al modo ironico di fare di Nick Mason a Londra nel 2004, ma non immaginavo che anche Roger sarebbe riuscito ad eguagliare quell’atmosfera in poche parole e gesti conditi da un‘espressione facciale e un tono di voce un po’ beffardi : "Benvenuti !   Cosa volete ?! (sorride)   Avete ciò che volete passarmi pronto in mano per essere autografato ?   Non Ancora !?   Allora intanto preparate tutto che io vado via un attimo e torno subito !" … e tutti rimaniamo di sale un istante … per poi fare dei movimenti rapidi e sconnessi per eseguire ‘gli ordini’ di Roger … Una scena Esilarante …
... Sembriamo tanti Jerry Lewis, o più propriamente bambini esterrefatti al cospetto del misterioso Willy Wonka.
Io ho 2 librettini di The Wall CD da farmi autografare (uno per me e uno per un amico) in una mano e la penna nell’altra.
Intanto dico a mio padre di prepararsi a scattare una o più foto di me con Roger.
Giusto il tempo per provare ancora un pizzico di incredulità e una valanga di emozione per l’intera situazione che finalmente Roger torna e si concede a noi fan. Sembra davvero troppo bello per essere vero.
La sua mano è inarrestabile fra i vari autografi, tanto che, nella foto che mio padre scatta, Roger ha lo sguardo basso per completarne uno. Pur essendo io l’unico, in quel momento, a chiedere una foto in aggiunta agli autografi, Roger accetta gentilissimamente. Ovviamente firma anche i miei librettini e nella piccola confusione generale per un attimo mi vorrebbe restituire una penna in più.
Anche se FORSE mi sono scordato di dirgli cose del tipo "You’re The Best" (onestamente non ricordo), sicuramente dalla mia emozione ha capito che lo considero un mito e sicuramente è stato contento di vedere tanto apprezzamento da parte di un ragazzo.
Faccio appena in tempo a controllare nella macchina fotografica digitale che le foto siano venute bene che Roger torna nella stanzetta trasparente e gli addetti ai lavori ci pregano di tornare a sederci. Prima di farlo, riesco a cogliere l’occasione di farmi una foto anche con Rick Wentworth. Non faccio invece in tempo a fare le due telefonate che mi ero prefissato: una a Zack per spiegargli la nostra misteriosa scomparsa e una a mia mamma con la quale avevo un appuntamento telefonico a metà pomeriggio per tenerla aggiornata. Pur conscio che oramai siamo dati per ‘dispersi’ e che c’è chi sarà un po’ preoccupato per noi, non mi scrollo di dosso la profonda gioia per aver finalmente conosciuto l’amato Roger, e fatico tremendamente a mettere via i librettini e a spegnere l’immagine con Roger nel display della macchina digitale, che miro e rimiro, e che per difendere la quale sono pronto a mordere !   Potete capirmi ;-).



LE SORPRESE PER ME NON SONO FINITE …

Va in scena dunque, il 3° atto. Prima che esso inizi Roger scende a fare una chiaccherata con Rick Wentworth, e al suo risalire le scale si becca felicemente un applauso. Le luci si riabbassano e io e mio padre, nonché tutti gli altri presenti, ci godiamo l’ultimo atto.
Trovo tutto bellissimo. Ho cercato di notare più dettagli possibili, così da potermi poi godere la rappresentazione vera e propria senza deconcentrarmi troppo dall’impatto di una visione ‘d’insieme’.
Sono felice che anche mio padre abbia potuto assistere alla rappresentazione. È stato un regalo inaspettato per avermi accompagnato. Le uniche pecche della ‘Generale’ sono state una interruzione a un certo punto e il Tenore Paul Groves che ha cantato volontariamente a voce ridotta perché evidentemente era il cantante con la gola più delicata e se l’è giustamente tenuta buona per la serata.
Fine della prova.
La gente incomincia a defluire. A un certo punto noto, libera, la Soprano Ying Huang e le chiedo gentilmente una foto: detto fatto. Io e mio padre ci complimentiamo, lei ringrazia e la salutiamo.
Giusto il tempo di controllare che non ci sia qualcuno di importante in giro (soprattutto Roger), e usciamo anche noi … È ora di riprendere i contatti con il mondo contemporaneo … Ore 18:00.
Usciamo finalmente dal complesso … così ho modo di vedere la biglietteria e il cancello.
Subito la telefonata a casa: siamo vivi! Poi quella a Zack, che mi fa i complimenti per la fortuna. Seguono la telefonata all’amico del secondo autografo e a un terzetto di amici importanti.
Nel frattempo ricompare fulmineamente Roger che si dirige in automobile per andarsi a rilassare fino alla messa in scena. Un tizio riesce a scattarsi una foto con lui e poi si allontana gongolante.
Ore 18:30. Vedo comparire una troupe di TgSkyNews24, che riprende e intervista i fan che, per l’appunto, sono sul posto già a quest‘ora, e la intervistatrice si dice interessata soprattutto a coloro che sono riusciti a incontrare Roger poco prima. Decido di avvicinarmi, lasciando un attimo mio padre a rilassarsi su una panchina … mi metto in fila … finisco ultimo del minuto gruppo … ma almeno nessuno mi spintona.
Appena arrivo al microfono di Sky, alla domanda ovvia del mio luogo di provenienza l’intervistatrice si stupisce di scoprire che si tratta della ‘lontana’ Bologna. Aggiungo che mi sono fatto autografare il libretto di The Wall (prender fuori i libretti, messi in una tasca rinforzata del cappotto, non è agilissimo … decido quindi di non tirare fuori anche la fotocamera).
Vedendo la giornalista stupita dalla mia giovane età, dalla lontananza geografica, dall’autografo e dalla parlantina, capisco che ho buone probabilità che un pezzo del mio intervento vada in onda.
Peccato che il Roger Waters Italian FanSite, all’epoca, non fosse ancora in fase di promozione, ma forse il parlarne avrebbe potuto ‘prosaicizzare’ l’intervista. Meglio così in fondo.
Parte dunque un secondo giro di telefonate per chiedere agli amici di tenere d’occhio SkyNews24. Tempo dopo (con l’aiuto di un prezioso alleato del forum di Floyd Channel) potete immaginare il mio stupore nello scoprire cha TgSkyNews24 ha mandato in onda praticamente tutto il mio intervento e zero dei seppur pochi altri ! Meno importante che conoscere Roger, ma fa piacere !
Ore 19:00. Incontro Veronica di PinkFloydStyle, che non avevo mai conosciuto personalmente ma con la quale ho scambiato svariate E-mail, e becco anche Stefano Magnani, storico Fan nonché a tutt’oggi l’unico che abbia scritto un libro in italiano su Roger Waters.
A un certo indefinito punto temporale ho fatto una sorta di cena al volo con un paio di panini, ho fatto un giro nel negozio di libri, cd e dvd che si trova nei pressi dell’Auditorium e mi sono cambiato d'abito indossando, appunto, una giacca scura per la serata di gala.
Ore 20:00 circa. Finalmente ci ribecchiamo con Zack e ho occasione di conversare anche con vari altri fan Floydiani e di parlare un altro attimo con Veronica. Ma oramai è tutto un viavai di persone eccitate … il perimetro antistante l’entrata si sta riempiendo velocemente. L’Evento si avvicina …



LA RAPPRESENTAZIONE UFFICIALE

Un po’ prima delle 21:00 saluto mio padre, che andrà a farsi una vera cena alla faccia mia, e mi avvio con passo rilassato e con fierezza contenuta del mio essere vestito elegante, dapprima semplicemente all’ingresso e in seguito al mio bel posto prenotato, conscio che ho già avuto di tutto e di più e che non mi resta altro che (ri)godermi lo spettacolo.
La breve attesa nell’antisala è occasione di fare altre quattro chiacchere con altri fan e di adocchiare (per poi ricordarsi di ottenerne un paio di copie) il programma dell’opera con la sciccosissima scritta "Gala Performance".
All’arrivo alla sala posso finalmente osservarla in tutto il suo splendore della piena illuminazione e ripiena di elegantoni, tra i quali individuo un paio di vip Italiani, ai quali non do tantissimo peso.
Colgo invece la preziosa occasione, individuatolo, di stringere la mano (niente foto, non c’è tempo) e fare i miei complimenti al Floydianamente famoso Adrian Maben, presente anche per motivi di lavoro (con mio immenso piacere).
Ricordatomi di entrare in possesso di un paio di copie del programma, non mi resta che accomodarmi.
Un attimo ancora per respirare il prestigio della serata e si va ad incominciare.
Luci soffuse e Roger fa la sua comparsa, accompagnato da compìti ma già calorosi applausi. SIAMO TUTTI CON LUI.
L’immediata dedica è immancabilmente a Etienne e Nadine Roda-Gil, che hanno concepito i testi dell’opera e l’hanno affidata per il completamento alle mani di Roger, aiutato da Wentworth. Scelta saggia. L’attesa è stata lunga (16 anni !) ma ne è valsa la pena.
E ora, senza più indugi, in scena !
La rappresentazione viene di quando in quando inframezzata, in punti opportuni, da sinceri applausi.
L'esecuzione è estremamente potente e godibile. Gli esecutori sono in parte. Un piacere, insomma.
Tutto procede liscio, con un’emozione decisamente palpabile lungo tutto la Sala Santa Cecilia.
Viene svolto un ottimo lavoro da tutti … l’orchestra Roma Sinfonietta diretta da Wentworth, il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano, il Coro di Voci Bianche "Alessandro Longo" (i più emozionati) e ovviamente tutti i cantanti e gli altri addetti coinvolti.
La sola cosa che non comprendo è come mai il tenore Paul Groves non abbia eseguito la sezione "The Papal Edict" con voce da ufficiante di Messa, come sull’album. Ripensandoci, temo che questa scelta sia stata optata per eccesso di rispetto verso la città ospitante, Roma, città del Papa.
Unico momento strano della serata è stato quando un uomo in galleria ha sbraitato qualcosa tra il secondo e il terzo atto.
Le ricostruzioni dicono che si lamentasse delle luci delle fotocamere che imperversavano nel pubblico di platea, bollando l’azione come maleducata … Sì, ma anche lui con quelle urla …
A parte queste sciocchezze, "Ça Ira" arriva in planata alla sua forte conclusione.
Ed è a questo punto che parte, con altrettanta passione, la Standing-Ovation di cinque minuti di applausi citata dalla giornalista di TgSkyNews24 in chiusura del suo servizio.
Mi emoziona pensare a quanto deve essere felice Roger per quello scroscio di approvazione. Sono contento per lui.
Roger può ritenersi davvero soddisfatto, e così Wentworth, gli esecutori, e i Roda-Gil, ovunque essi siano.
Io sono stato MOLTO soddisfatto … e meno male che il giorno 17, per alcuni, dovrebbe portare sfortuna !
Si è trattato di un giorno davvero speciale per me, conclusosi con i rituali arrivederci agli amici fan, Zack in primis,
con la corsa all’accaparramento di uno dei Taxi (che io e mio padre abbiamo condiviso con 2 fan sconosciuti) che fluivano in direzione della Stazione Ferroviaria, con i conclusivi contatti telefonici per le ultime impressioni, e con il riecheggio nelle orecchie di una nota storia di pochi uomini che si credevano intoccabili e di molti uomini che non potevano attendere oltre l’inizio di una vita migliore per loro e per chi gli sarebbe seguito, noi contemporanei compresi.
Si resta dunque tutti in attesa di una nuova rappresentazione, stavolta in costume, per ricordare ancora una volta quegli ideali.



© ALESSANDRO COSPITE 2006-2007

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