23 Aprile 2007: ROGER WATERS in ASSAGO again
REPORTAGE




PROLOGO

Era da Novembre 2006, non appena ho avuto in mano il nuovo biglietto fresco di stampa, che sapevo che il 23 Aprile 2007 sarei tornato a vedere e sentire Roger Waters in concerto ad Assago, come nel 2002. Si era trattata, all’epoca, della prima volta di Roger solista in Italia. Vari eventi si sono frapposti nel mezzo, ma mai come in questo caso sarei stato spinto a tornare con la mente indietro di 5 anni, a quando non potevo ancora crederci che Roger veniva davvero in Italia, e con uno show dalla durata così lunga.
Il mio biglietto è di Parterre, proprio come nel 2002.
Quest’anno, per non restare imbottigliato al Casello di Melegnano, decido di arrivare a Milano nel pomeriggio.
Ad accompagnarmi, stavolta, oltre al mio sempre fedele papà, c’è uno dei ragazzi con il quale avevo visto su un maxischermo il Live8, in un meeting organizzato velocemente nel 2005, con il quale non mi era più capitato di sentirmi: Marcello.
Così il viaggio è volato in un lampo, discorrendo con gioia e divertimento di Roger, di Pink Floyd, e delle altre passioni condivise che possono capitare -e capitano- tra chi ha gusti musicali in comune !
Lasciamo l’auto in un parcheggio poco distante dal DatchForum (nel 2002 si chiamava FilaForum) immersi nel verde, e ci incamminiamo con tutta calma verso la meta.
La prima immagine che ci troviamo di fronte al nostro arrivo sono i venditori di magliette e qualche bagarino già bello vispo. Non mi interessano né i secondi né i primi, perché indosso con gioia una maglietta con il logo di Radio K.A.O.S. comprata in occasione del concerto di Verona del 2006; so perfettamente che non ci sarà alcuna canzone di RK nello show, ma gran parte dei musicisti che saranno presenti sul palco suonano con Roger fin dai tempi di quell’album. Alcuni anche da prima.
Sappiamo che i cancelli aprono alle 18:00, ma tanto Marcello ha un biglietto Numerato accanto a Zack Pirani di Floyd Channel, e io, pur avendo biglietto di Parterre, non ho intenzione di fare a spintoni con nessuno: il posto migliore che troverò andrà bene.
Allo stare in fila per ore preferisco girare nei dintorni e chiacchierare con altri fan. Le file sono belle lunghe e spesse, e so già che con qualcuno mi fermerò sicuramente a parlare.
Non faccio distinzioni mentali tra iscritti a forum maggiori o minori sui Pink Floyd, frequentandoli più o meno tutti, quindi non vedo l’ora di parlare con tutti quelli che hanno voglia di parlare con me a loro volta.
I primi "ALE!!!" che arrivano alle mie orecchie sono quelli di alcuni utenti del forum di Floyd Channel.
Ci presentiamo prima con il nickname e poi con il nome vero ^_^ !
Non sono un gran fisionomista, quindi necessiterò di futuri incontri per fissarli bene nella mia mente.
La domanda scherzosa che mi viene subito rivolta è se ho in programma di ‘inseguire’ Roger ‘anche’ questa volta. A tal proposito, approfitto per ricordare che a Roma nel 2005 incontrai Roger senza fare particolari sforzi, ma grazie al cosiddetto ‘Fattore C.’.
Non mi è ancora mai successo (e spero non mi succeda mai) di ‘inseguire’ i miei miti.
Mi invitano a firmare -se riusciamo a beccarci più tardi- lo striscione di saluto a Roger fatto per l’occasione. Non è capitato, ma "come se lo avessi fatto" ^_^ ... È stato bellissimo vedersi ! Un grosso abbraccio a tutti voi !
Salutati questi primi contatti, scorro la rubrica del cellulare, per fermarmi sul numero di un grandissimo fan dei Pink Floyd e di Roger, noto con il nickname SEAMUS, del forum di PinkFloydStyle.
Ci eravamo ripromessi di conoscerci dal vivo in questa occasione, e così lo chiamo; mi risponde subito e mi dice di trovarsi con i suoi amici sul retro del DatchForum, dove si è da poco palesato il batterista di Roger, Graham Broad.
Io, mio padre e Marcello ci incamminiamo dunque verso il retro dell’imponente Forum.
Dopo qualche falso stop, finalmente intravediamo Seamus e gli altri e andiamo loro incontro.
Seamus è un padre di famiglia, Siciliano D.O.C., e fan ancora più D.O.C., nonché simpaticissimo. È meraviglioso come la vera passione per uno stesso artista ti possa rendere in un istante ’fratelli’. Seamus mi presenta subito ai suoi amici, altri grandi fan, con parole semplici ma che mi fanno un piacere incalcolabile: "… Vi presento Alessandro. È davvero un bravo ragazzo ! …".
Facciamo qualche foto assieme, una con la mia macchina fotografica e altre con la sua.
Converso con gioia con lui prima, e con alcuni dei suoi amici poi, in special modo con un membro della coverband ‘Pulse’ che era anche lui a Roma per Ca Ira, e con un’altra amica di lunga data di Seamus.
Abbiamo il tempo, oltre allo scambio di gustosi aneddoti delle nostre storie di fan, di fare qualche discorso serio, sulle piccole amarezze che i fan italiani di Roger Waters devono digerire periodicamente. Non intendiamo, ovviamente, le gioie narrate da chi va ai concerti del grande David Gilmour (alcuni di noi fanno parte anche di quel pubblico), ma delle piccole grandi ottusità che l’essere fan dei Pink Floyd non toglie ad alcune persone. Scoprii sulla mia pelle già vari anni fa in occasioni sempre inerenti alla musica ma differenti che, purtroppo, l’essere fan di gruppi musicali ‘open-minding’ non ti rende automaticamente una -persona ‘open-minded’-. Pazienza.
Ad ogni modo queste riflessioni non intaccano neanche di un micron la nostra emozione per quello che sta per avvenire dentro alle mura del Forum. Anzi, l’emozione sale con il passare dei minuti, anche perché sentiamo le note delle prove di The Happiest Days Of Our Lives provenire da dentro. Guardando l’orologio ci rendiamo conto che i cancelli verranno aperti già con ritardo.
Salutiamo Seamus e la sua allegra banda, e torniamo (facendo un pezzo di strada assieme) verso gli ingressi, vicino ai quali incrociamo e salutiamo brevemente un altro grande fan, Stefano Magnani.
Un grosso abbraccio a Seamus e compagnia ! ... È stato davvero davvero un piacere !
Io e Marcello decidiamo, nel dubbio che farlo all’interno del Forum sia impraticabile, di fare una sosta bagno all’autogrill inglobato nella costruzione del DatchForum. Qui, devo, anche se non mi piace criticare situazioni delle quali non conosco la storia, spendere qualche parola negativa. Nell’autogrill l’aria condizionata sembra del tutto assente, e si crepa dal caldo (speriamo fosse un problema solo di quel giorno), inoltre al bagno troviamo una fila tremenda di altri fan … e questo potevamo aspettarcelo … ma il fatto è che l’ingresso del bagno e il bagno stesso è il più piccolo che un autogrill possa avere. Ma, dico, è possibile che, sapendo che ogni ‘giorno di concerto’ si verifica una situazione del genere, non si sia ancora pensato (e già bisognava pensarlo all’epoca della costruzione) di farlo più largo ? ... Vabbè, facciamo lo sforzo di riderci sopra.
Usciti dal bagno, il caso vuole che incrociamo nell'autogrill Veronica Waters del sito e forum di PinkFloydStyle. C’è solo il tempo di un breve scambio di parole (anche perché dobbiamo ancora fare uno spuntino e -lo ricordo- c-r-e-p-i-a-m-o dal caldo) ma sono felice di averla re-incontrata ! Ci informa che Dave Kilminster, il nuovo chitarrista della band, le rilascerà un’intervista di lì a poco (potete leggerla sul sito di Veronica e/o sul sito di Kilminster stesso). Ottimo ! Ci rivediamo presto Veronica !
Siamo praticamente usciti dall’autogrill quando un altro "ALE!!!" richiama la mia attenzione alle mie spalle. È uno del forum di PinkFloydSound, che mi ha riconosciuto. Mi invita a fare un breve saluto agli altri a un tavolo dell’autogrill. Caldo permettendo, ri-entro brevemente per salutare con piacere altri amici fan; tra loro trovo anche colui che mi spedì la copia della mia intervista a TGSkyNews24 in occasione di Ca Ira a Roma.
Lo ringrazio in quel momento e lo ringrazio ancora adesso: Ciao Wolfpack, e ciao a tutti gli altri !!!
Finally, fuori dal caldo infernale, io e Marcello pasteggiamo a panini al salame e acqua in bottiglietta. Rifocillati, siamo pronti a guadagnare l’ingresso. La gente inizia ad entrare.
Marcello deve andare alla sua fila, e io alla mia. Mi faccio dire la zona del posto suo e di quello di Zack e ci salutiamo, con l’accordo che se non ci becchiamo all’interno ci si ribeccherà all’uscita.
Salutato temporaneamente Marcello mi infilo dunque nella fila per il Parterre, con mio padre che segue il mio lento incedere dall’esterno delle ringhiere.
È ora: si entra. Arrivederci mondo esterno ! Da qui in poi si imbocca il tunnel che porta all’arcobaleno che nasce dalla luna …



WAITING FOR THE SHOW

Al Forum di Assago si ha la sensazione di essere uno dei ragazzi delle prime sequenze del film di The Wall, perché per accedere allo spazio primario del forum si attraversa un grande corridoio al chiuso insieme a tanta gente, per fortuna senza la corsa schiaccia-persone della scena del film.
Prima di accedere al sancta sanctorum incrocio il banco con i poster. Scelgo quello con Roger in primo piano e lascio la giusta cifra di 5 Euro al venditore. Sono entrato !
Appena entrati do un’occhiata a 360°. C’è già dentro un sacco di gente, e altrettanta ne dovrà ancora entrare.
Scorgo subito il banco con tutto il resto del merchandise. Dopo aver escluso l’acquisto di tazze, magliette e poster autografati per cifre da capogiro, i miei occhi si fermano come ipnotizzati sul tourbook: 20 Euro, ma si intuisce già dalla cover che li vale.
Decido una mossa utile a doppio senso … prendo io le copie per conto di Marcello e Zack e mollo a loro tutti gli acquisti che ho fatto, così loro non sono costretti ad alzarsi per andare a prendere i tourbook e io non mi ritrovo con materiale delicato attorno al mio posto in piedi ! ... Compiuti questi dettagli mi muovo, armato unicamente di fotocamera digitale, verso il palco.
Noto che, dal 2002, qualche lavoro dentro devono averlo fatto … forse qualche ringhiera in più …
Visto l’anticipo si riesce ancora a guadagnare terreno senza essere guardati in cagnesco.
A un certo punto ri-scorgo uno dei ragazzi del forum di Floyd Channel che mi nota a sua volta. Fin dove mi è possibile mi avvicino, e la gente, notando che vado verso una direzione precisa e non cerco solamente di fregargli la buona posizione faticosamente raggiunta, mi lascia passare. Ecco. Sufficientemente avanti … abbastanza centrale … è deciso: questo sarà il mio posto !
Il ragazzo del forum è il leader della band (cover e non solo) dei Coral Caves. Con lui c’è la sua ragazza e -raggiuntoci poco dopo- un suo amico con più anni di esperienza sulle spalle di noi. Quest’uomo, dallo sguardo gentile, non era mai riuscito ad essere a un concerto di Roger. Dentro di me penso immediatamente che la prima volta a un concerto di Roger lascia sempre un bel segno.
Altre persone che non erano mai riuscite a venire a un concerto di Roger, tra quelle che fanno parte della gente che ho attorno, sono un paio di ragazzi di meno di vent’anni che inizio a notare perché armeggiano con un registratore ad audiocassetta per cercare di realizzare un ricordo della serata. Mi dico: allora non è vero che le nuove generazioni schifano tutto quello che non è ultratecnologico.
Vero è però che, dopo aver provato a dar loro una mano, era meglio se avevano un registratorino di quelli digitali … cosa che, da quel che ho capito, avrebbero preferito anche loro !
Inizio a conversare soprattutto con uno dei due, IlCapa (come si è firmato sul guestbook giorni dopo ^_^).
Catturo la loro attenzione avendo con me un foglio dove ho trascritto la scaletta (che poi scoprirò essere in ordine diverso rispetto alla prima leg del tour) per eventuali appunti: si affascinano a scoprire quante gemme che loro osavano solo sognarsi verranno eseguite. Ovviamente si dispiacciono per le gemme che non verranno eseguite … ma più di 3 ore lo show non può durare !
Provo davvero la sensazione di tornare a quando ero un novizio di questi avvenimenti, come loro.
È il momento del consueto giro di telefonate e sms ai miei amici del cuore che, pur essendomi vicino mentalmente, sono restati a casa a seguire altre passioni o a compiere altri doveri. Durante questo momento vengo anche immortalato dai ragazzi di Floyd Channel in un video messo in seguito su YouTube !
Tra gli altri chiamo un attimo papà e un attimo a casa e chiamo Marcello e Zack -sbracciandomi per farmi vedere dalla loro posizione- per augurar loro Buon Concerto !
Dagli altoparlanti arriva musica datata ma non troppo, le macchine del fumo iniziano a creare un po’ di atmosfera, e -visto che anche qui il caldo non scherza affatto- ogni tanto parte qualche grande ventilatore.
Giro lo sguardo per leggere un paio di cartelloni simpatici, che fotografo.
Il solito valzer di tecnici che fanno prove sul palco viene salutato dal pubblico con urletti divertiti.
Altro momento di ‘girar di teste’ è quando salgono le scalettine srotolate i tecnici addetti ai due fari luminosi più grandi. Un momento che fa ricordare vagamente l’ansia per i trapezisti del circo.
Nel megaschermo del palco è inquadrata la radio che il ragazzo protagonista del ‘filmato base’ delle retroproiezioni dello show ascolta nella sua tipica camera da letto da studente. Davanti alla radio si vedono un bicchiere e una bottiglia di liquore.
A un certo momento (molto prima dell’inizio dello show) una mano fa capolino nell’immagine e gira la manopola: in quel momento, dopo il tipico suono di cambio frequenza, cambia la canzone negli altoparlanti del forum; la mano armeggia con il liquore e tiene fra le dita una sigaretta fumante. Questo avviene 3-4 volte, e ogni volta questa azione viene salutata con divertimento dal pubblico.
Una delle ultime volte, mentre alcune canzoni vengono ‘scartate’, parte un brano di Vera Lynn.
Questo siparietto, così come la non presenza sul palco delle barre luminose della prima leg del tour, mi fa capire che ci saranno delle cose a sorpresa, delle piccole novità.
Spegnimento luci. Lo show va ad incominciare …



THE ULTIMATE SHOW

Preoccupazione primaria e bravura di Roger è sempre stata quella di confezionare degli show che non fossero semplice musica, per quanto bella e commovente già di suo essa abbia sempre dimostrato di essere, ma piuttosto confezionare uno show che ti prende all’amo e ti trascina per tutto il tempo in un rollercoaster di emozioni dal quale non ti puoi sottrarre.
Per riuscire a farci questo regalo, Roger dosa sapientemente retroproiezioni, effetti speciali, camminate su e giù per il palco per coccolare anche i fan posizionati più lateralmente, e soprattutto un sempre maggior coinvolgimento di lui stesso in primis, ben visibile dalle sue espressioni facciali.
In più ad ogni leg di ogni tour Roger abbandona qualcosa per acquisire qualcos’altro in cambio, e arrivati a questo punto penso che la formula che ha raggiunto possa essere riassunta come "Lo Show Definitivo".
Certo non è l’unico show possibile, perché ancora molta è la sete di brani esclusi dalle setlist, ma il distillato proposto è esplosivo sia per lo spettatore abituale sia per il novizio. E mai come questa volta il pubblico ha dato una mano a rendere incandescente il clima.
Sembra che a ogni concerto che Roger fa in Italia, il pubblico lo acclami sempre di più. Mai ho sentito tanti "ROGER!! ROGER!!" interrompere il silenzio con tanta frequenza. La cosa ha unito tutto il pubblico in un abbraccio collettivo talmente caloroso che Roger non si è sentito spesso sicuro di averci ringraziato a sufficienza. Ma grazie a te Roger !!
In questo concerto il pubblico ha potuto osservare meglio le emozioni sul viso di Roger grazie a due schermi laterali collegati a telecamere posizionate a margine del proscenio.
Gli urli di gioia del pubblico sono iniziati subito rombanti sull’incipit di IN THE FLESH, durante la quale una cornice di scintille d’artificio a inizio e fine ha subito dato il metro di potenza dello show, lasciando a occhi e sorrisi spalancati i nuovi adepti del pubblico.
Segue MOTHER, dove il pubblico realizza che gli show di Roger sono una continua altalena di momenti di esaltazione e momenti di raccoglimento, proprio come la vita.
I suoni di Roger trovano faticosamente spazio tra il clamore del pubblico, ma a differenza di anni fa, lui ne è felice !
Ci siamo appena abituati a questa intima atmosfera che un gigantesco sole pare infiammare l’intero DatchForum dal megaschermo: è ora di SET THE CONTROLS FOR THE HEART OF THE SUN. L’unico ‘settaggio di controlli’ che mi tiene ancorato alla realtà in mezzo alla magnifica tempesta sonora è il pitch del microfono di Roger che è un pelino acuto, ed è una cosa che mi è capitato di notare a molti concerti di vari artisti. Serve per far arrivare lo squillare della voce fino alle ultime file, ma per chi come me è nelle prime file suona come una leggera alterazione della naturalità. Comunque durante il corso del concerto il tutto viene sistemato, quindi poco male.
SET è il primo brano dove immagini di Syd fanno la loro comparsa sul maxischermo, e il pubblico così come mostra enorme calore per Roger, altrettanto dona il cuore nel ricordo accorato di Syd. Questo è anche il brano dove il chitarrista Snowy White sembra abbandonare la sua tipica flemma. Un fantastico Ian Ritchie al sax fa la sua prima gran figura. Ma i suoi momenti di gloria sono lungi dal terminare ... perché arriva il momento di un altro frammento di eternità: SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND.
Passiamo quindi dall’orbita attorno al sole al viaggio nello spazio profondo.
Qui parte una delle prime sopresine, perché sulle prime note cristalline inizia a scivolare lentamente verso il basso una cascata di piccole bolle di sapone dal soffitto ! ... Niente di meglio per condurci tutti dentro al sogno.
A scuotere brevemente la nostra ipnosi avviene un misunderstanding tra il batterista Graham Broad e Snowy White. ‘È il bello della diretta’, come si suol dire. Qui più di prima, e sarebbe impossibile il contrario, l’aura di Syd aleggia su tutti noi.
Un’altra stupenda ’saxata’ di Ian Ritchie ci porta per mano con sé, verso il rock possente di HAVE A CIGAR. Osservando la verve di Roger si inizia a dubitare che sia più giovane della sua vera età ! Il pubblico inizia anche a leccarsi sempre di più i baffi per la precisione e il coinvolgimento del sorprendente chitarrista Dave Kilminster, che mostra sempre di più il suo impegno e la sua perizia.
Per concludere degnamente la selezione di brani del 1975 non può mancare la stessa WISH YOU WERE HERE, che segue direttamente dal finale ‘risucchiante’ di Have A Cigar. Il pubblico più tradizionalista viene qui accontentato da un’esecuzione più fedele alla versione disco del solito. Sul megaschermo una distesa di candele accese e una pioggia di papaveri annuncia l’atteso arrivo della sezione tratta da The Final Cut, e gli applausi non accennano ancora ad arrestarsi che Roger si è già seduto di fronte al microfono con la chitarra acustica imbracciata per eseguire SOUTHAMPTON DOCK e di seguito THE FLETCHER MEMORIAL HOME.
Su quest’ultima, inclusa in scaletta solo da quando è iniziato questo Dark Side tour, arriva sempre la commozione di quel pubblico un po’ più adulto che aspettava di sentire dal vivo questo o brani di egual potenza del 1983 da anni. L’amico di Coral Caves è tra questi.
La canzone e il filmato annesso sono molto potenti e tengono altissima l’attenzione del pubblico, che ‘esplode’ assieme al susseguirsi della rullata di batteria agganciata a uno degli assoli più taglienti della carriera di Gilmour, qui degnamente ri-eseguito da Snowy White.
Come sempre, giusto il tempo di un sospiro e partono le prime fluttuanti percussioni del brano che apre la sezione solista al 100%, ovvero PERFECT SENSE (Parts 1 & 2). Oltre alle mani di Broad, a fluttuare ci pensa un astronauta gonfiabile (!) telecomandato, che aleggia sulle teste degli spettatori. È la seconda sorpresina della serata, un simpatico ospite di cui avevamo letto nei reportage dei concerti esteri. I torcicolli durante lo show, comunque, non finiranno qui …
Fortuitamente nelle mie brevi riprese, immortalo bene anche Roger mentre mima accentuatamente sia "un quartetto Viennese" (citazione della colonna sonora di 2001: Odissea Nello Spazio) sia la scena ‘al periscopio’ di un sottomarino coi missili puntati.
L’esplosione dei missili sul bersaglio inquadrato nel megaschermo è un momento di vero sbigottimento … perché essa è ricreata da un effetto pirotecnico, posto tra lo schermo e il palco, di assoluto realismo: un vero fungo di breve fuoco e fumo appare davanti ai nostri occhi, e ci arriva -dopo qualche istante- come diretto calore sulla faccia. WOW …
Avevo già visto innocue esplosioni in certi momenti di certe canzoni degli show di Roger, ma questa essendo una, unica e centrale, assolve allo scopo di farci respirare un pizzico di terrore al pensiero che si tratta di una rappresentazione in scala ridottissima di quello che proveremmo realmente se non si fosse trattato semplicemente di una ‘dimostrazione’. Il pubblico d’istinto emette un urlo di emozione dopo la deflagrazione, ma il calore reale e tangibile che dopo un secondo ci solca per un istante le guance ci invita più che altro a pensare … I conflitti nascono principalmente dall’avidità di almeno una delle due o più parti in guerra. Alcune reazioni esagerate sono poi dettate dalla paura e in certi casi dalla superficialità. Il tutto a discapito di chi si trova nel ‘bel’ mezzo. Si riesce mai a fermarsi in tempo prima che anche ciò che è buono venga spazzato via ?
Di buone persone narra il brano successivo, più recente composizione solista, dal titolo LEAVING BEIRUT. Brave persone che diedero ospitalità al perfetto sconosciuto Roger diciassettenne, il quale oggi si chiede se esse siano sopravvissute.
Il brano è un bel bluesettone arricchito da un’animazione a fumetti molto efficace che, a dispetto di alcune aspettative, sta facendo sempre più strage nei cuori dei fan. In questo brano c’è il Roger più immerso nei propri ricordi di ragazzo di tutto lo show, e prima di eseguirlo Roger si ferma sempre a introdurlo a parole con il pubblico. Per questa canzone Roger toglie il microfono dall’asta e canta camminando su e giù per il palco, alternando il focus della scena con il già acclamato Ian Ritchie al sax e Andy Fairweather-Low che per l’occasione sfoggia un inedito cappello bianco alla texana. Come splendida controscena, riesco a filmare anche Roger che si lascia andare a mimare il ritmo del pezzo, mentre ha ancora il microfono in mano.
Finita Leaving Beirut sono felice di sentirmi chiedere da IlCapa come riascoltarla: mi tocca informarlo che al momento la versione in studio è reperibile solo in un CD-Singolo dal Giappone, anche se probabilmente in futuro sarà in un album regolare di Roger.
Le chiacchiere però vanno rimandate ancora di qualche minuto, perché deve incominciare l’ultimo sfolgorante brano della prima parte dello show … direttamente da Animals: SHEEP ! Nonostante il dispendio di energie non ancora rinfrancato dall’intervallo, il pubblico esce nuovamente di testa per un vero e proprio spettacolo nello spettacolo … perché oltre alla potenza della canzone stessa, questo momento dello show è arricchito da una pioggia di coriandoloni di carta colorata … e dalla comparsa dello storico maiale gonfiabile, per gli amici Angie !!!
Tutti alzano lo sguardo per poter raccontare di avere guardato lo storico Algie svolazzare sulla propria testa in concerto. Qua e là si sentono commenti increduli che ciò potesse (ri)accadere. La cosa è talmente fantastica che io decido di fare ben 3 riprese diverse. Questa ulteriore, per lo più insperata, sorpresa che esalta il pubblico in maniera incalcolabile sarà argomento di conversazione per tutta la pausa (e per molto tempo a venire). INTERVALLO.
Se non ricordo male è fin dall’inizio della pausa che Mr Screen (il famoso schermo circolare) viene palesato al centro del retropalco. L’immagine che contiene è un buio totale -ingrigito dalle luci riaccese del DatchForum- con al centro un semi-invisibile puntino bianco. Io so già che, anche se molti lo noteranno non prima di qualche minuto più avanti, quel puntino quasi impercettibilmente continuerà ad ingrandirsi fino a farsi riconoscere come … The Moon …
Con grande gioia frasi ricorrenti dei novizi che ascolto durante l’intervallo sono le seguenti: "Non credevo che sarebbe stato così ! È uno show da paura ! Eppure si trovano su internet anche commenti negativissimi … ma sono pazzi quelli ?!?". Per dovere di cronaca devo anche riferire che commento ricorrente negativo è il non-perdono a White per lo sbaglio su SOYCD, come anche la poca percettibilità del lavoro di Harry Waters. I più faticano ancora a capacitarsi che Algie abbia per davvero sorvolato le loro teste !
Altre parole vengono spese per il precisissimo Kilminster e per l’ancora potentissima P.P. Arnold, che in Perfect Sense è sempre impeccabile e non fa notare la sua età. L’attesa è davvero tanta per The Dark Side Of The Moon.
Quando le luci si riabbassano, a luna ormai palesata, e sullo schermo e nelle casse inizia a pulsare il satellite metallico che gira attorno alla luna su Mr Screen, partono fulminei commenti semi-urlati di felice incredulità.
Nel passaggio SPEAK TO ME / BREATHE il pubblico ‘spiega le ali’ e inizia a volare. In un battito, si giunge immediatamente a ON THE RUN, che include la mia animazione preferita, un mix tra il viaggio finale di Odissea Nello Spazio, il tunnel di Stargate e il viaggio di Contact. Durante la pausa avevo avvertito IlCapa che la nuova versione di On The Run includeva suoni improvvisi e fortissimi … non per rovinargli la sorpresa, ma per il fatto che l’orecchio umano sopporta facilmente suoni forti ma che si alzano progressivamente, al contrario di quelli inattesi. I volumi alti a sorpresa colgono l’orecchio umano impreparato all’impatto. Ho però constatato che, oltre ad essere gradite da IlCapa, le inclusioni ad affetto di On The Run sono state più basse (oppure meglio equalizzate) rispetto a quando ero al concerto dell’Arena di Verona. On The Run ha letteralmente dato un climax al pubblico, con appendice negli orologi di TIME.
Nonostante so che alcuni trovino Broad troppo violento nei rototom iniziali del pezzo, abituati al bonario Nick Mason (che è comunque sempre un piacere rivedere dal vivo), personalmente -e in buona compagnia di altri al DatchForum- trovo che un batterista che si diverte visibilmente e che soprattutto ha energia da vendere renda l’atmosfera più saporita.
Il "tempo" non da tregua, e in men che non si dica siamo già a THE GREAT GIG IN THE SKY. Qui la scena è ovviamente rapita completamente da Carol Kenyon, con una performance splendida, pur se la fatica di eseguire un pezzo del genere è sempre evidente.
Ottima la scelta di uno sfondo con un cielo temporalesco e ventoso tinto di viola, temporaneamente a tutto schermo.
Inizia la B Side del Dark Side con la sempre rockeggiante MONEY, dove gli occhi puntano spesso sul trascinatore Kilminster, qui perfettamente a sincrono con Snowy White. Stavolta non mi sembra di aver notato urletti durante le scene di topless della proiezione originale … oramai i giovani sono abituati a ben altro, perfino ai concerti :-D ... Ad ogni modo per calmare i bollenti spiriti ci pensa il mio pezzo preferito di Dark Side, ovvero US AND THEM, dove Jon Carin la fa da padrone, tanto al piano quanto al microfono, anche se le 2 coriste già citate unitamente alla terza bella e brava Katie Kissoon sono assieme a Ian Ritchie i creatori dell'intelaiatura che dà a questo brano la sua magnifica profondità.
Segue ANY COLOUR YOU LIKE, pezzo amato da molti in quanto unico brano strumentale di Dark Side (non contando Speak To Me e The Great Gig), che -come tutto l’album- viene eseguito con fedeltà e trasporto, aggiungendo al tutto un nuovo effetto luci che simula una sottile sinuosa stringa di luci multicolore che attraversa la parte mediana delle gradinate.
Ma dura giusto un attimo gustarsi un brano che ne segue sempre un altro dal sapore succulento, e in questo caso si tratta dell’accoppiata finale BRAIN DAMAGE / ECLIPSE !
Avevamo sperato che uno strano coso, notato sul soffitto già da prima, a forma di prisma fosse effettivamente l’ultima affascinante sorpresa sbirciata in alcune foto e filmati sul web, e così è stato, in due tempi. Il prisma si è dapprima illuminato e ha iniziato a rotare su se stesso, per poi emettere il decisivo fascio di luce arcobaleno che ha catturato gli occhi di tutti venendo a creare l’ultimo meritatissimo torcicollo. Dispiace sconcentrarsi dai musicisti sul palco, ma ascoltare il finale di The Dark Side Of The Moon con la copertina materializzatasi sopra la testa è una cosa assolutamente da non perdere.
Scrosci di applausi, urletti, flash fotografici, incitazioni, fischi di approvazione. Tripudio.
Roger è compiaciutissimo. Il pubblico adorante e felicemente chiassoso è un riconoscimento all’impegno di mettere in piedi uno show così imponente e allo stesso tempo così equilibrato. Roger ringrazia e ringrazia, e il pubblico non abbassa di un nulla il clamore.
Mi sembra che questa volta non ci sia stato neanche il tempo di avvertire il giochetto dell’attesa prima dei bis stra-annunciati, in quanto il pubblico non ha smesso per un attimo di manifestare la propria gioia. Il bis è un medley di The Wall … Così come il concerto inizia con brani di The Wall altrettanto deve concludersi, perché Dark Side sarà Dark Side, ma The Wall è Roger distillato.
La prima tranche è THE HAPPIEST DAYS OF OUR LIVES / ANOTHER BRICK IN THE WALL Part 2, accoppiata imprescindibile di un concerto di Roger che si rispetti. ABITW suona come un tributo che il pubblico si auto-regala rasentando il saltello continuato, un inno all'essere liberi.
La seconda tranche invece si apre con VERA / BRING THE BOYS BACK HOME che suggellano il concept dello show a favore di un mondo con più pace.
Ultimi scoppi pirotecnici sul palco, sempre dirompenti ma ora più simbolici della strada che può e non deve più prospettarcisi davanti.
E in conclusione, l’ammissione della paura di non essere forse più in grado di darci una mossa, perché forse abbiamo perso l’attimo, perché forse siamo diventati COMFORTABLY NUMB. Ma in realtà l’ammissione della propria debolezza è il primo passo per il cambiamento.
Ed escludendo la sempre discutibile scelta di non far fare tutto lo splendido assolo finale a Kilmister ma anche all’errante White, e lo sguardo velato di lacrima del malinconico protagonista principale delle retroproiezioni, lo show si chiude in gloria, soddisfazione e vera emozione. Grazie Roger, e grazie a tutti !
A suggellare la serata, le parole che l'amico di Coral Caves sceglie di rivolgermi: "Chi dice che questo show fa schifo, non ha mai ascoltato bene la musica dei Pink Floyd" ^_^



AFTER THE SHOW

Saluto i miei compagni di concerto, con l’augurio di rivedersi e di ri-emozionarsi insieme presto, e mi dirigo all’uscita, piacevolmente senza molte forze. Mi fermo un attimo per salutare dalle ringhiere Zack, e per esprimere più a gesti che a voce (che al momento scarseggia) la mia felicità, mentre le casse mandano l'attualmente consueto brano musicale retrò di chiusura degli show Watersiani "When I'm Cleaning Windows" ... contemporaneamente agli addetti alle pulizie del Forum che si portano avanti col lavoro.
L’uscita dal forum è una rallentata riesecuzione della mandria d’entrata, con in fondo al tunnel la notte di Assago.
Arrivato stancamente al rendez-vous, aspetto in macchina che mio padre e Marcello si trovino.
Caricati tutti (e il merchandise) a bordo, si riparte verso Bologna.
Il concerto è piaciuto moltissimo anche a Marcello e a Zack, e dentro di me penso alle sensazioni che avranno provato tutti coloro che ho incontrato nel pomeriggio. Potrei scoprirlo presto perché il primo autogrill al quale ci fermiamo per cenare è pieno di spettatori del concerto, TUTTI in fila. Risaliamo in macchina e ci rechiamo a un secondo (e successivamente anche a un terzo) autogrill.
Tante chiacchiere con un po’ di ritrovato ossigeno e poi, a destinazione, la divisione del merchandise e il saluto con Marcello.
È stata sul serio una bellissima giornata, a cornice di un bellissimo concerto.
Al rientro a casa si ritorna nel mondo reale, dove si può solo provare ad applicare alcune componenti di quella vita magica vissuta per 3 ore in una conchiglia di metallo ripiena di musica e calore umano.
Rimpanti pochissimi: mi sarebbe piaciuto se, aggiungendo Welcome To The Machine e allungando Shine On You Crazy Diamond, Roger avesse eseguito contemporaneamente sia tutto The Dark Side Of The Moon sia tutto Wish You Were Here.
Ma tant’è che fa sempre bene ‘alzarsi da tavola avendo ancora un po' di appetito’ ^_^.
È anche un problema che ogni concerto al quale vado io abbia poi bisogno di sempre più tempo per riuscire a ri-raccontare il tutto quanto più possibile … ma in fondo significa che vivo sempre più cose che ritengo meritino di essere raccontate. Spero infatti di fare amicizia con sempre più fan, e di vivere insieme a loro, in un abbraccione sempre più grande, questi eventi musicali con reciproca festa !



FINE




© ALESSANDRO COSPITE 2007

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