Incontro con Peter Whitehead
Regista di documentari (ritraenti anche i Pink Floyd) negli anni 60'
Photos by Alessandro Cospite
{N.d.R.: una foto ravvicinata accanto a Peter Whitehead è a coda del Reportage}
Un uomo che per l'aspetto ricorda David Carradine in "Kill Bill" e per la voce ricorda il doppiatore/attore italiano Sergio Graziani (*),
mentre per via dell'ironia dissacrante e (ahilui) per via di un problema a una gamba che lo costringe a camminare con una stampella, potrebbe ricordare il Dr. House.
Questo, a larghi tratti, è il ritratto mentale che mi sono fatto - dopo un paio di minuti che lo stavo ascoltando - del regista Peter Whitehead.
Peter Whitehead è conosciuto tra i fan dei Pink Floyd per aver filmato la band dal vivo -ancora nel periodo underground- in un paio di occasioni, raccolte nei documentari
"Tonite Let's All Make Love In London" del 1967 (sulla 'Swinging London' in generale) e soprattutto "Pink Floyd London '66 - '67" (disponibile in DVD).
È anche il regista del videoclip di "Arnold Layne" (versione con il manichino) e probabilmente anche di altri videoclip dei primi Pink Floyd - cosa difficile da appurare.
È strano pensare di ascoltarlo e vederlo facilmente di persona, in quanto per molti anni nè lui nè i suoi estimatori si sono fatti molto sentire. Le cose sono cambiate nel 2006 quando le sue pellicole hanno ricominciato a fare il giro del mondo arrivando fino in Italia, dapprima al Bellaria Film Festival e in seguito al Biografilm Festival a Bologna.
Il Biografilm è il più recente (ma non l'ultimo previsto ... anzi ...) dei Festival internazionali che hanno deciso di inserire tra le loro retrospettive quella completa di Whitehead.
Giorno e luogo dell'incontro Bolognese: 11 Giugno 2008, Cinema Lumiere Sala 1. La data è stata incerta fino all'ultimo, cosa alla quale rimando alla fine del reportage ...
Peter Lorrimer Whitehead nasce a Liverpool, Inghilterra, nel 1937.
Nel 1964 gira il suo primo film "The Perception Of Life", documentario della durata di 20 minuti sull'evoluzione della biologia.
La credibilità ottenuta con lo stile già molto personale del suo primo lavoro gli permette - come lui stesso racconta - di farsi avanti quando si inizia a vociferare della possibilità di un incontro storico tra i poeti americani e quelli inglesi della Beat Generation. L'incontro riesce ad essere organizzato alla Royal Albert Hall l' 11 Giugno 1965, e Whitehead è IL regista ammesso a riprendere il tutto. L'evento, con Allen Ginsberg in testa, raccoglie un pubblico numerosissimo e variopinto che stra-riempie la sala e induce la polizia ad agire in un paio di occasioni per interromperne lo svolgimento. Con solo mezz'ora di girato intitolato "Wholly Communion" si spalancano definitivamente le porte a Peter.
Whitehead non è però un regista nè infervorato nè opportunista, da quel che si può capire. Peter Whitehead è un cineasta con molta immaginazione ma al contempo disincantato, conscio sì dell'impatto visivo delle situazioni e dei personaggi che immortala ma con un occhio costantemente clinico, antropologico. Un documentarista nato.
Con la curiosità di quei fanciulli che mentre si interrogano su quel che non conoscono ti spiazzano formulando pensieri molto adulti, Whitehead è testimone brillante di questo multicolore insieme di rivoluzioni che sul momento venivano vissute dai più come tutt'altro che caduche o destinate ad un pesante ridimensionamento negli anni a venire.
Tutto questo appare evidente nel suo lavoro del 1967 (a pochi mesi di distanza dai lavori 'live' "Charlie Is My Darling" sui Rolling Stones, "The Beach Boys In London" e "Pink Floyd London '66 - '67") intitolato "Tonite Let's All Make Love In London" - ma annunciato nei titoli di inizio con lo pseudo-titolo "Pop Concerto For Film".
Non è un caso che "Tonite Let's All Make Love In London" sia il film che si è scelto di proiettare prima dell'incontro di Peter con il pubblico del Biografilm Festival.
Scandito di tanto in tanto da porzioni del brano PinkFloydiano "Interstellar Overdrive" nelle sue oniriche dilatazioni live, il documentario è costruito come -appunto- un 'concerto pop' in più movimenti sul concetto di 'Swinging London' ... possibili 'cause', effetti, e riflessioni ... con la partecipazione parlante di Mick Jagger, Andrew Loog Oldham (storico produttore dei Rolling Stones, ma non solo), l'attore Michael Caine, l'attrice Julie Christie, l'eccentrico artista David Hockney e altri personaggi.
Whitehead ci rivela che l'idea del film nacque da una copertina di TIME dedicata alla ribattezzata Swinging London, città molto diversa dalla 'vecchia' Londra conosciuta.
Secondo la ricostruzione di Whitehead, con l'uscita di quel numero di TIME iniziò ad essere sempre usata quella terminologia, e questo lo spinse a realizzare un documentario inglese sull'argomento che PERÒ tenesse conto dell'idea che si potevano essere fatti di Londra in America ... Per questo la parola "Tonite" è scritta 'all'americana'.
Peter ha un ricordo agrodolce dell'ultimazione di questo primo lungometraggio. La materia trattata era di pubblico interesse in Inghilterra, e affatto sottovalutata o in via di rapido insabbiamento. Per questi motivi, il film venne finanziato da un ente statale. Quella che sembrava essere stata una grossa agevolazione si trasformò presto in una dannazione nel momento in cui l'ente - non ritenendosi soddisfatto dalla mancata consegna di porzioni di script o porzioni di materiale girato che rassicurassero sul buon stato di avanzamento della pellicola (cosa difficile da ottemperare con il modus operandi di Whitehead) - dette a Peter un imminente ultimatum di consegna del film montato completo ... pena la perdita dell'originale girato e la restituzione dell'intero investimento. Peter, scherzando, ha detto che erano pronti perfino a pignorargli le sue ex-mogli.
Riuscì a consegnare il film finito con alcune ore di ritardo (concessegli) dopo aver montato insieme tutto il materiale da lui ritenuto OK a tempo di record. Un paio di giorni dopo ebbe un malore dovuto anche allo sprint affrontato e dovette andare in ospedale per un breve ricovero. Gli sforzi furono comunque premiati. Il film fu un successo.
Interessante il suo specificare che avendo seguito da poco i Rolling Stones in tour Whitehead avrebbe potuto facilmente immettere molte loro canzoni nei raccordi del lungometraggio; invece, gli fu subito chiaro che i Pink Floyd psichedelici sottolineavano con maggiore atmosfera la vita -tra ombre e luci- dei giovani inglesi idealisti.
Whitehead non era esattamente nè un grande appassionato di musica rock nè un militante politico ... ma non avrebbe mai potuto ignorare gli elementi caratterizzanti la sua epoca. Inoltre ... Peter pensava che il suo operato avrebbe sinceramente potuto contribuire alle giuste cause insite nel mare di eccessi e follie degli sfavillanti anni 60'.
La musica era (finalmente) iniziata ad essere veicolo di riflessioni, e i concerti erano gli eventi ai quali si poteva vedere quanto essa teneva unita la nuova generazione.
Alcuni leader musicali, però, sarebbero curiosamente stati tra i primi ad allontanarsi bruscamente dai riflettori e a ritornare a una vita riservata.
Roger Keith Barrett, noto agli amici e ai fan come Syd, era entrato in contatto con Peter Whitehead fin dai tempi di Cambridge.
La stima reciproca permise, a carriere avviate, le piacevoli e interessanti collaborazioni che conosciamo. O almeno che crediamo di conoscere ... perchè Whitehead ci svela che le riprese Pinkfloydiane attribuite all'evento noto come "14-hour Technicolour Dream" sono una piccola bufala ... in quanto i Pink Floyd, ultimi in scaletta all'epoca, non si esibirono, causa 'stordimento' ormai completo di tutto il pubblico del festival - parte dei Pink Floyd inclusi (!) Quelle riprese apparterrebbero dunque a qualche altra data.
A Peter non è invece proprio capitato di raccogliere le confessioni del Syd che tornava ad essere Roger Keith e usciva dalla storia live dei Pink Floyd.
Tuttavia, Alan Porta - curatore della retrospettiva Whiteheadiana (lo potete vedere nelle foto in alto assieme al regista e alla traduttrice) qualche giorno dopo questo incontro ha fatto sapere al pubblico del Biografilm Festival una annotazione dettagli dal regista durante uno scambio di parole avvenuto lontano dai microfoni. Peter avrebbe detto ad Alan che attorno a Barrett si poteva percepire un muro invisibile creato dallo stesso Syd per non fare 'entrare' nessuno nella sfera più personale e intima della propria anima.
A tal proposito, nella stessa occasione (Un Incontro sulla figura di Syd Barrett, che documenterò in un Reportage successivo) i relatori hanno evidenziato come nei videoclip di "Arnold Layne" e "The Scarecrow" Syd Barrett si 'conceda' all'obiettivo con più riluttanza di quanto faccia Roger Waters. Echi dei Pink Floyd futuri ...
Già. Il futuro stava per farsi nebuloso per molti, tra cui un regista di documentari. Un sogno si stava per incrinare ... e qualcuno non avrebbe retto il peso dei cocci.
Ancora nel 1967, Peter Whitehead diresse "The Benefit Of The Doubt" sulle proteste contro la guerra in Vietnam, ma fu "The Fall" del 1969 a cambiargli la vita.
"The Fall" fu girato a New York tra la seconda metà del '67 e la prima metà del '68, per poi uscire sugli schermi nel '69. Whitehead riprese tra le altre cose la campagna presidenziale di Robert Kennedy e i funerali di Martin Luther King, e rimase profondamente scioccato. Il suo film più importante, e l'inizio della fine.
Fece uscire ancora un importante docu-concerto "Led Zeppelin: Live At The Royal Albert Hall" nel 1970 e un documentario particolare intitolato "Daddy" - un film surreale su una scultrice di punta e sulla sua pesante figura paterna - nel 1973, ma dopo quest'ultimo tentativo di scrollarsi di dosso l'angoscia si ritirò dall'effettuare altre riprese.
Nel 1977 realizza un ultimo documentario 'testamento' intitolato "Fire In The Water" con molte riprese dei documentari precedenti ... un requiem per i 60' e per quel cinema.
Peter Whitehead inizia una nuova vita. Intraprende un viaggio che lo porta a passare quasi tutto il resto delle sua vita nel deserto a ... fare il falconiere (!).
Di tanto in tanto qualcuno si occupa della sua storia, ma fondamentalmente rimane lontano da tutti fino a pochi anni fa, dove fa ritorno al suo vecchio mondo, e dove attorno al 2006 alcuni suoi amici gli proporranno l'idea -inizialmente ritenuta da Peter di improbabile riuscita- di proporre ai festival cinematografici una retrospettiva sui suoi film.
Peter ha sarcasticamente dichiarato che il suo promoter principale in America e nel Mondo è un 'certo' George W. Bush (^_^), in quanto la sua politica 'intristente' fa venire voglia a tutti di rivedersi i documentari che raffigurano la vita nei folli sognanti anni 60', inclusi quindi quelli di Peter Whitehead.
Davvero un incontro interessante ! Purtroppo ho seguito poco della retrospettiva integrale, ma quel poco di lui mi ha colpito. È stato interessante, spiritoso e disponibile.
In separata sede gli ho detto che c'ero grazie al fatto che la sua vita si fosse incrociata con i Pink Floyd, e gli ho porto i saluti anche da parte degli altri fan italiani assenti.
Lui ha consigliato a tutti i fan la visione di "Pink Floyd London '66 - '67" e si è concesso per una foto ricordo. Un incontro pieno di umanità da ricordare con vero piacere.
Un incontro che, come avevo anticipato a inizio Reportage, ha rischiato di andare perduto per una banalità (e ad alcuni temo proprio sarà successo) ...
Sul sito del Biografilm Festival era segnato un giorno e sulla brochure cartacea un altro. Recandosi, a ridosso dell'evento, a chiedere informazioni di persona vi veniva confermato il secondo. Recandosi 'per sicurezza' il primo, si scopre che quello era il giorno esatto ... il tutto senza alcun cartello di avvertimento all'entrata della struttura.
Quindi agli organizzatori diciamo grazie per l'incontro, grazie per averlo abbinato a "Tonite", ma la prossima volta organizzatelo con più ordine e con maggiore informazione ...
PS: ... si dice che Peter Whitehead abbia ritrovato l'ispirazione per un nuovo rockumentary su un personaggio da lui ritenuto interessante ... Pete Doherty ... Vedremo !
Photo of Alessandro Cospite with Peter Whitehead
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